di
ANGELO SCOLA
Vescovo emerito ài Grosseto
Rettore della Pontificia Università Lateranense
Raccogliere in un volume gli scritti di autori che hanno offerto un contributo significativo in un determinato campo del sapere e sempre utile, sia agli specialisti della materia che a quanti iniziano a coltivarla.
Per la particolare vicenda scientifica di Corecco, il Vesco-vo di Lugano prematuramente scomparso, il valore di una simile raccolta di scritti è ancor più prezioso: la parte pre-ponderante del suo contributo canonistico, che non pochi reputano decisivo per un’adeguata teoria del Diritto cano-nico, si trova sparsa in riviste specializzate, in dizionari ed enciclopedie, negli atti di congressi e in opere collettive A ciò si aggiunge il fatto che molti contributi hanno un carat-tere occasionale.
Così, negli scritti di Corecco incontriamo una riflessione organica sul Diritto canonico, considerato a pieno titolo di-sciplina teologica, insieme all’approfondimento di disparati temi particolari. L’esame di concetti fondamentali della scienza canonistica (come la natura della legge o quella della «sentenza») si alterna allo studio di questioni scottanti (come le dimissioni dalla Chiesa per ragioni fiscali) o di aspetti inediti della vita ecclesiale (come la normativa cano-nica riguardante le nuove aggregazioni di fedeli) o ancora i principi fondanti della organizzazione ecclesiale (come gli studi sulla smodalità e le sue forme di realizzazione) Al di là della apparente eterogeneità di temi, un preciso ordito di pensiero unifica i contributi scientifici di Corecco.
Due sono i cardini intorno ai quali riceve originale svilup-po, sul piano del metodo e del contenuto, la concezione del Diritto che Corecco apprese dal Mórsdorf.
Affrontando, nel primo numero della rivista Communio (1972), la questione della partecipazione e della «rappresen-tanza» all’interno della Chiesa, il professore friburghese ini-ziava una peculiare indagine teologico-canonistica sulla no-zione di communio che, partendo dal dato conciliare, ne lu-meggiava aspetti inediti. Il procedere degli studi avrebbe poi consentito al nostro Autore di mostrare come il concetto cat-tolico di communio sia in grado di esprimere il nesso fecondo tra la natura ecclesiologico-sacramentale del fatto cristiano e l’antropologia ad esso sottesa, legata alle categorie di sostanza e di relazione ben espresse dalla nozione di communio perso-narum. Questo nesso poggia sulla Rivelazione intesa come l’evento di Gesù Cristo e svela la contemporaneità del Figlio di Dio incarnato con tutti gli uomini di tutti i tempi.
La categoria di communio diventa, in tal modo, chiave di metodo privilegiata nell’elaborazione scientifica del secon-do cardine del pensiero del Vescovo di Lugano che, a ben vedere, è uno sviluppo, formalmente distinto, della nozione stessa di comunione: la co-essemialità della dimensione cari-smatica, rispetto ali”elemento istituzionale, nella costituzione della Chiesa. Fu prezioso, in questo senso, l’apporto di Co-recco all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sulla figura del laico. La sua acribia e il suo equilibrio scientifico si vedono, ad esempio, nell’accuratezza con cui seppe distinguere tra la coessenzialità di questa dimensione carismatica e la contin-genza storica di ogni carisma.
Il compito di approfondire queste categorie, sia da parte della Teologia dogmatica che da parte del Diritto canonico, è un aspetto dell’eredità che il Vescovo Corecco ci ha lasciato.
È quindi auspicabile che la presente raccolta, prolungan-do l’abnegato servizio ecclesiale del Vescovo Corecco, mo-stri quanto il diritto della Chiesa sia strumento di edificazio-ne della communio catholica. E questo perché garantisce la libertà di ciascuno e di tutti sullo sfondo di una equa valuta-zione delle varie situazioni soggettive secondo la celebre de-finizione che Corecco volle come suo motto episcopale «in omnibus aequitas quae est Deus».